

L'ingresso dell'abside centrale è separato da un tramezzo ligneo, in quanto in questo spazio sono esposti i più rilevanti monumenti della cristianità parentina. Il più importante tra essi è certamente il frammento originale del pavimento musivo della basilica del IV secolo con la raffigurazione di un pesce. Le lettere che formano la parola 'pesce' in greco (ikhthys) i primi cristiani le riconoscevano come la frase Iesous Christos Theou Hyos Soter, il che significa 'Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore'. Inoltre l'immagine del pesce veniva usata come un segno per riconoscersi quali membri della comunità ancora segreta ovvero dell'allora illegale chiesa. Accanto al mosaico si trova la lastra marmorea che costituiva il fronte della mensa d'altare del vescovo Eufrasio. Vi sono scolpiti animali simbolici, come i delfini e le colombe, e nella parte inferiore vi è l'apertura riquadrata attraverso la quale si accedeva al repositorio delle reliquie. Al di sopra, nell'arco inscritto, è incisa l'epigrafe in cui si legge che Eufrasio fece erigere l'altare undici anni dopo la sua nomina a vescovo di Parenzo.