

Attraversando l'ex cardo romano, si entra nella zona dei resti archeologici delle basiliche dei secoli IV e V. Sulla sinistra si trovano i resti della grande porta romana di accesso alla città verso il porto settentrionale della Parenzo antica, che è stata murata in epoca medievale quando l'area prospiciente venne interrata e trasformata in cimitero. Le ampie superfici del mosaico pavimentale che vediamo sono copie realizzate nella prima metà del XX secolo in sostituzione di quelli della chiesa primitiva. I frammenti originali sono esposti al pianterreno dell'Episcopio. I mosaici originali sono stati sostituiti perché si trovavano a una quota del terreno a cui 1600 anni dopo la loro realizzazione, è arrivato il mare. Infatti nell'Adriatico settentrionale il mare si alza ogni anno di circa un millimetro, e durante l'alta marea questi mosaici vengono ricoperti da più di 20 centimetri d'acqua. I resti archeologici parlano di due chiese che esistevano prima della Basilica Eufrasiana - quella del IV secolo, chiamata dagli scienziati Chiesa primitiva e quella del V secolo denominata Pre-eufrasiana. La chiesa primitiva era un edificio a tre navate eretto in parte su resti di edifici romani secolari. Nel V secolo subì un notevole rimaneggiamento e ampliamento con la costruzione di due basiliche affiancate ciascuna a tre navate, ed è stata trasformata nella basilica Pre-eufrasiana. La grande Basilica Pre-eufrasiana si trova esattamente sotto l'attuale Eufrasiana, e parti del suo mosaico pavimentale sono visibili all'interno della cattedrale di oggi.